Riceviamo e pubblichiamo l'esperienza di uno dei tanti Operatori 451
Lavoro come operatrice telefonica da 9 mesi ormai. I primi 3 li ho passati un un call center pluri mandatario, lavoravo 4 ora al giorno dal lunedi al venerdì per 300€ lorde, prendevo appuntamenti per consulenti. Poi mi hanno presa in un'azienda piccola, dove sembravano promettere un futuro migliore... Ma purtroppo così non è. Ci lavoro da 6 mesi, e a essere sincera è peggio di prima, contratto da fame, non si arriva a 800€ x 6-8 ore di telefono con fisso mensile di 300€ più provvigioni minime x appuntamento eseguito, niente paga oraria.
Le persone che chiamo mi liquidano con frasi del tipo : non mi interessa niente! O oppure: io sto lavorando!!!
Come se io invece mi stessi divertendo. Forse, chi non ha mai fatto questo lavoro - perché si è un lavoro, da fame, ma è un lavoro - non capirà mai cosa si prova ad essere precarie in call center. Operatori 451 di tutto il mondo facciamoci sentire!!!
martedì 25 novembre 2014
giovedì 20 novembre 2014
Lavoratori dei call center: sciopero nazionale e notte bianca per dire stop alle delocalizzazioni
Ci sarebbe molto da riflettere sulle forme di protesta roposte dai sindacati, nonché sui sindacati stessi. Comunque pubblichiamo la notizia dello sciopero indetto per il 21 novembre.
Il 21 novembre il settore si ferma con una manifestazione a Roma per protestare contro le molte aziende che licenziano. I sindacati: situazione aggravata dal vuoto normativo che dà mano libera agli imprenditori più spregiudicati
Uno spot sotto forma di noir per dire no alla delocalizzazione, cioè il trasferimento del lavoro all'estero, che sta piegando il settore dei call center. Un modo originale, quello dei thriller sindacali, di raccontare i problemi del mondo del lavoro e dei lavoratori.
Il protagonista de "L'assassino del call center" è proprio un imprenditore che sceglie di portare all'estero la sua attività. Un antieroe che trasferisce cuffie e telefoni in Transnitria, regione moldava autoproclamatasi autonoma
Il 21 novembre il settore si ferma con una manifestazione a Roma per protestare contro le molte aziende che licenziano. I sindacati: situazione aggravata dal vuoto normativo che dà mano libera agli imprenditori più spregiudicati
Uno spot sotto forma di noir per dire no alla delocalizzazione, cioè il trasferimento del lavoro all'estero, che sta piegando il settore dei call center. Un modo originale, quello dei thriller sindacali, di raccontare i problemi del mondo del lavoro e dei lavoratori.
Il protagonista de "L'assassino del call center" è proprio un imprenditore che sceglie di portare all'estero la sua attività. Un antieroe che trasferisce cuffie e telefoni in Transnitria, regione moldava autoproclamatasi autonoma
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