Da quando faccio il
telefonista ho avuto modo anche di chiarirmi alcuni aspetti della
società contemporanea. Ora, a prescindere dalle idee politiche
professate da una persona, credo si debba convenire che un’esperienza
come quella dei call center sia di certo inedita nella storia
dell’uomo e delle idee, con tutte le conseguenze che questo fatto
comporta. Per esempio sarà di certo politicamente scorretto e
criticabile, ma mi sento di affermare che una società che consente
questo tipo di attività sia di certo peggiore di ogni altra. E per
ogni altra ovviamente sto parlando del male assoluto (così lo
chiamano), ossia i totalitarismi. Che si sia simpatizzanti oppure
oppositori di questo o quel totalitarismo, si deve ammettere che: o
il totalitarismo pianifica perché ha degli obiettivi etici, oppure
se non altro il totalitarismo non è ipocrita, non nasconde il
proprio volto. Invece l’odierna società ci ha donato il call
center, che è figlio legittimo del libero mercato, della libertà
democratica, ma che allo stesso tempo ha un’organizzazione
arbitraria, controllata in ogni dettaglio. Questo tipo di fenomeno
non rimane confinato nelle stanze piene di operatori, ma è per me la
manifestazione dei nostri tempi: lo chiamerei liberalismo da
caserma. La libertà c’è, partendo dalle forme contrattuali
che più libere non si può, visto che consentono il licenziamento in
qualsiasi momento (se il contratto c’è perché a volte nemmeno si
pone il problema), passando per la facoltà di presentarsi o no al
lavoro, di fare questo o quell’orario. Chiaramente però, tutta
questa libertà serve soltanto da ricatto e ha un solo privilegiato:
come in una caserma (con la differenza che le caserme hanno i loro
motivi per esistere) si è alla mercé dei diktat di chi comanda, non
ci si può davvero prendere nessuna licenza se non concessa dall’alto
e si è costretti ad obbedire continuamente, altrimenti la libertà
si manifesta in tutta la sua forza…con il licenziamento. Tutti i
giorni in fila sul treno (metro, macchia che sia), tutti i giorni in
fila alla pausa, tutti i giorni in fila per il pranzo, fino
all’orario di uscita: impronta digitale e via. Senza voler
esagerare mi pare di poter affermare che il call center sia la
manifestazione più evidente del liberalismo da caserma che ci
governa oggi: ancora peggio della tirannide (secondo i filosofi
classici l’ultimo grado della degenerazione politica, successiva
alla democrazia), sorpassata dalla mancanza di un tiranno. Chi ci
governa oggi è invisibile quasi etereo, si infila in ogni anfratto
della nostra vita e ci si presenta sotto forma di libertà. Libertà
di obbedire.
mercoledì 26 dicembre 2012
giovedì 13 dicembre 2012
INCIPIT
Una mezzora di anticamera
è un preludio più che sufficiente. Traccia una linea netta tra chi
aspetta e chi sceglie, poi i soliti corridoi e porte modulari, quadri
da supermercato, le solite scrivanie Ikea e il solito tipo che non è
nient'altro oltre i suoi vestiti pseudo firmati, sicuro e preparato,
non una parola fuori posto. Una mitragliata di dettagli che sfumano
verso l'indefinito mentre il discorso si avvicina alla questione
soldi, sappiamo benissimo tutti e due che è meglio non fare troppe
domande. Una stretta di mano ed eccomi, due giorni dopo, in una
stanza diversa con gli stessi mobili, ma qui non sono solo.
La persona che ci parla
deve essere un'esperto del settore, ci spiega cosa significa vendere
qualcosa e come raggiungere i nostri obbiettivi. < Noi vi
stiamo dando una possibilità. > Tutte le frasi che pronuncia
sono delle inequivocabili certezze condite da un pizzico di sogno
americano di terzordine seguite da un sorriso spavaldo,
terrificante. Affronto il resto della giornata con un'espressione di
plastica e l'aria interessata, nella piena consapevolezza di non
avere molta scelta.
Il secondo giorno ci
viene presentato il prodotto che dovremo vendere, abbonamenti
telefonici che fanno risparmiare. < Ricordate, voi state
offrendo una possibilità al cliente, se non è interessato pazienza.
Si sta lasciando sfuggire la sua occasione “Signora noi le offriamo
un risparmio sicuro... a non è interessata? Mi dispiace per lei,
arrivederci!” c'è poco da chiacchierare ragazzi , qui si parla di
possibilità! > Intorno al tavolo siedono le più diverse
declinazioni di essere umano, e tutti forse per una sorta di istinto
preistorico hanno adottato la mia stessa tecnica dell'aria
interessata. Non mi va di parlare di loro, descriverli sarebbe
inutile. In questo non-luogo figlio delle più folli anomalie
democratiche le differenze non esistono, siamo davvero tutti uguali,
i nostri nomi perdono di utilità, i contorni del volto si sfumano i
vestiti perdono colore. Alla fine della giornata mi vengono
consegnate delle cuffie con microfono e un contratto che sembra
scritto da un poeta dadaista.
Adesso sono l'OPERATORE 451 ho tra i 28 e 40 anni, ho studiato in questa o in quella università e sono laureato in qualcosa, parlo questa o quella lingua, ho queste o quelle esperienze, ma come molti altri dettagli non ha importanza. L'unica cosa che conta in questo momento è la domanda che tutti quelli seduti attorno al tavolo si stanno facendo: chi sarà il primo ad essere eliminato?
DIVENTA ANCHE TU PARTE DELL'OPERATORE 451
Adesso sono l'OPERATORE 451 ho tra i 28 e 40 anni, ho studiato in questa o in quella università e sono laureato in qualcosa, parlo questa o quella lingua, ho queste o quelle esperienze, ma come molti altri dettagli non ha importanza. L'unica cosa che conta in questo momento è la domanda che tutti quelli seduti attorno al tavolo si stanno facendo: chi sarà il primo ad essere eliminato?
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