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mercoledì 26 dicembre 2012

LIBERALISMO DA CASERMA

Da quando faccio il telefonista ho avuto modo anche di chiarirmi alcuni aspetti della società contemporanea. Ora, a prescindere dalle idee politiche professate da una persona, credo si debba convenire che un’esperienza come quella dei call center sia di certo inedita nella storia dell’uomo e delle idee, con tutte le conseguenze che questo fatto comporta. Per esempio sarà di certo politicamente scorretto e criticabile, ma mi sento di affermare che una società che consente questo tipo di attività sia di certo peggiore di ogni altra. E per ogni altra ovviamente sto parlando del male assoluto (così lo chiamano), ossia i totalitarismi. Che si sia simpatizzanti oppure oppositori di questo o quel totalitarismo, si deve ammettere che: o il totalitarismo pianifica perché ha degli obiettivi etici, oppure se non altro il totalitarismo non è ipocrita, non nasconde il proprio volto. Invece l’odierna società ci ha donato il call center, che è figlio legittimo del libero mercato, della libertà democratica, ma che allo stesso tempo ha un’organizzazione arbitraria, controllata in ogni dettaglio. Questo tipo di fenomeno non rimane confinato nelle stanze piene di operatori, ma è per me la manifestazione dei nostri tempi: lo chiamerei liberalismo da caserma. La libertà c’è, partendo dalle forme contrattuali che più libere non si può, visto che consentono il licenziamento in qualsiasi momento (se il contratto c’è perché a volte nemmeno si pone il problema), passando per la facoltà di presentarsi o no al lavoro, di fare questo o quell’orario. Chiaramente però, tutta questa libertà serve soltanto da ricatto e ha un solo privilegiato: come in una caserma (con la differenza che le caserme hanno i loro motivi per esistere) si è alla mercé dei diktat di chi comanda, non ci si può davvero prendere nessuna licenza se non concessa dall’alto e si è costretti ad obbedire continuamente, altrimenti la libertà si manifesta in tutta la sua forza…con il licenziamento. Tutti i giorni in fila sul treno (metro, macchia che sia), tutti i giorni in fila alla pausa, tutti i giorni in fila per il pranzo, fino all’orario di uscita: impronta digitale e via. Senza voler esagerare mi pare di poter affermare che il call center sia la manifestazione più evidente del liberalismo da caserma che ci governa oggi: ancora peggio della tirannide (secondo i filosofi classici l’ultimo grado della degenerazione politica, successiva alla democrazia), sorpassata dalla mancanza di un tiranno. Chi ci governa oggi è invisibile quasi etereo, si infila in ogni anfratto della nostra vita e ci si presenta sotto forma di libertà. Libertà di obbedire.

giovedì 13 dicembre 2012

INCIPIT

Una mezzora di anticamera è un preludio più che sufficiente. Traccia una linea netta tra chi aspetta e chi sceglie, poi i soliti corridoi e porte modulari, quadri da supermercato, le solite scrivanie Ikea e il solito tipo che non è nient'altro oltre i suoi vestiti pseudo firmati, sicuro e preparato, non una parola fuori posto. Una mitragliata di dettagli che sfumano verso l'indefinito mentre il discorso si avvicina alla questione soldi, sappiamo benissimo tutti e due che è meglio non fare troppe domande. Una stretta di mano ed eccomi, due giorni dopo, in una stanza diversa con gli stessi mobili, ma qui non sono solo.
 
La persona che ci parla deve essere un'esperto del settore, ci spiega cosa significa vendere qualcosa e come raggiungere i nostri obbiettivi. < Noi vi stiamo dando una possibilità. > Tutte le frasi che pronuncia sono delle inequivocabili certezze condite da un pizzico di sogno americano di terzordine seguite da un sorriso spavaldo, terrificante. Affronto il resto della giornata con un'espressione di plastica e l'aria interessata, nella piena consapevolezza di non avere molta scelta.

Il secondo giorno ci viene presentato il prodotto che dovremo vendere, abbonamenti telefonici che fanno risparmiare. < Ricordate, voi state offrendo una possibilità al cliente, se non è interessato pazienza. Si sta lasciando sfuggire la sua occasione “Signora noi le offriamo un risparmio sicuro... a non è interessata? Mi dispiace per lei, arrivederci!” c'è poco da chiacchierare ragazzi , qui si parla di possibilità! > Intorno al tavolo siedono le più diverse declinazioni di essere umano, e tutti forse per una sorta di istinto preistorico hanno adottato la mia stessa tecnica dell'aria interessata. Non mi va di parlare di loro, descriverli sarebbe inutile. In questo non-luogo figlio delle più folli anomalie democratiche le differenze non esistono, siamo davvero tutti uguali, i nostri nomi perdono di utilità, i contorni del volto si sfumano i vestiti perdono colore. Alla fine della giornata mi vengono consegnate delle cuffie con microfono e un contratto che sembra scritto da un poeta dadaista.

Adesso sono l'OPERATORE 451 ho tra i 28 e 40 anni, ho studiato in questa o in quella università e sono laureato in qualcosa, parlo questa o quella lingua, ho queste o quelle esperienze, ma come molti altri dettagli non ha importanza. L'unica cosa che conta in questo momento è la domanda che tutti quelli seduti attorno al tavolo si stanno facendo: chi sarà il primo ad essere eliminato?

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